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Giano Ricci

ODONTOIATRIA A FIRENZE DAL 1974

Dr. Giano Ricci

Sono andato a scuola a 5 anni e sono entrato direttamente in seconda elementare. Mi piaceva una bambina con le lentiggini e i capelli rossi mia compagna di classe.
Ero il coccolino della maestra visto che ero il più piccolo della classe e sedevo nel primo banco, come ho poi sempre fatto in vita mia.

A 17 anni e mezzo ho preso il diploma di maturità classica e a 24 anni mi sono laureato in medicina e chirurgia.

Mi sono iscritto perché volevo fare il chirurgo generale ma al quarto anno, quando ho cominciato a conoscere meglio l’ambiente e a capire che per diventare un bravo chirurgo dovevo mettere la mia vita professionale nelle mani di un “barone” che dopo 20 anni di ubbidienza avrebbe potuto mettermi in bella posizione o distruggermi la carriera. Era un po’ troppo per me.

Ho deciso quindi di fare Odontoiatria al miglior livello possibile andando in una delle migliori scuole del mondo e impegnandomi al massimo.

Iniziai a chiedere consigli e valutazioni bussando alle porte dei migliori odontoiatri italiani e per la Parodontologia, dopo la mia indagine, la migliore scuola clinica risultò essere in quel periodo la Boston University.

Cominciai a pensare come fare a stabilire dei contatti. Per fortuna frequentavo tutti i giorni uno dei migliori studi di Firenze il cui titolare aveva organizzato un corso di Parodontologia con un grande professore americano proprio nel suo studio.

Ero entusiasta all’idea di poterlo conoscere e partecipare al corso. Chiesi se potevo partecipare ma mi fu detto che il corso era completo. Se mai potevo conoscere il grande relatore durante il coffee break. Emozionato mi presentai al coffee break.
Il titolare mi presentò il relatore e mentre speravo che mi dicesse di rimanere almeno per un paio d’ore, mi disse che ora che l’avevo conosciuto potevo andare.

Deluso mi informai dove alloggiava il relatore e appena ricevuta l’informazione mi precipitai al Grand Hotel e mi posizionai in poltrona di fronte all’ingresso, sicuro che lo avrei potuto incontrare al suo rientro.

Dopo 3 ore di attesa il professore si materializza alla porta ruotante dell’albergo ed entra. Come una saetta gli corro incontro e mi ripresento spiegandogli che mi volevo iscrivere alla Boston University.

Con decisione mi dice: “Non prendo più italiani” – “Perché?” – “Perché vengono, iniziano bene e dopo 4/5 mesi intorno a Natale mi dicono che vogliono tornare in Italia perché la vita in USA è troppo dura e non si trovano bene. Così io perdo un posto di specializzando e non lo posso più sostituire perché ormai il corso è iniziato” – “Con me non sarà così!”

Esco e mando 19 rose rosse alla moglie che era in albergo.

Qualche mese dopo ricevo una lettera di ammissione al corso. Più avanti nel tempo dopo essere diventato amico del professore, ogni tanto mi diceva ridendo: “Giano tu sei entrato alla Boston University con un mazzo di fiori!” – e giù grandi risate!

L’esperienza alla Boston University mi ha cambiato molto in meglio la vita ma ho dovuto darmi da fare.
Dopo 3 mesi dal mio arrivo mi venivano assegnati per il trattamento i casi più facili perché ero uno dei due stranieri del corso e quindi i casi più interessanti venivano assegnati agli studenti americani.
Una sera rischiando di essere espulso dal corso, salto all’interno del reception desk e mi procuro le cartelle cliniche dei casi più complessi.
La mattina dopo chiamo i pazienti al telefono e comunico loro che sono stati assegnati a me per la terapia.

Gli orari al reparto di Parodontologia erano molto severi dalle 9.00 alle 17.00 teoria pratica clinica e dalle ore 17.00 alle ore 19.00 in biblioteca a leggere libri e pubblicazioni.
Spesso alcuni colleghi si portavano via le pubblicazioni per evitare che i compagni potessero leggerle a casa e si mostrassero più preparati il giorno dopo a qualche seminario.

Finalmente dopo 3-4 mesi arriva il giorno del primo intervento chirurgico. Sono emozionato e penso di aver preparato al meglio il vassoio chirurgico, le radiografie e le impronte del paziente.
Arriva il mentor, visita la paziente, mi chiede di descrivergli il tipo di intervento che intendo fare, mi guarda e mi dice: “Oggi non puoi operare questo paziente” – incredulo lo guardo e chiedo il perché – “Vedi Giano i livelli ossei fra canini e premolari superiori non si leggono bene alle radiografie” – “Professore un attimo e riprendo le radiografie così possiamo iniziare” – “No perché devi arrivare alla chirurgia con tutta la situazione documentata in modo perfetto. Farai l’intervento la prossima settimana”.
Stavo per rovesciargli addosso il vassoio chirurgico e tirargli un pugno. L’ho odiato lì per lì, ma a distanza di tempo ho capito che voleva insegnarmi che ci si deve avvicinare alla chirurgia con tutto il protocollo da seguire perfettamente in ordine.

Questa è una delle tante cose che mi hanno insegnato alla Boston University e che a mia volta ho trasmesso nel tempo ai miei allievi sicuro di plasmarli sempre a ricercare soltanto il meglio. Ma soprattutto grazie ai miei principali maestri ho imparato tanta istologia (tutti i lunedì dalle 9.00 alle 12.00) che mi ha permesso di capire i meccanismi biologici della mattia e della guarigione, le diverse tecniche terapeutiche chirurgiche e non, come presentare il caso al paziente, come spiegarlo in dettaglio e come evidenziare con sicurezza quella che sarà la prognosi nei molti anni avvenire.

Al mio rientro in Italia ho dovuto impegnarmi non poco per far decollare il primo studio in Italia dedicato esclusivamente alla Parodontologia.

“Cosa crede di fare di fare il Ricci? Ha trovato il modo di fare la fame! Siamo in Italia non in America!” dicevano molti colleghi.

Anche i pazienti non gradivano molto di essere trattati parodontalmente da me e doversi spostare in altri studi per farsi curare dalle carie o fare delle protesi.

Ma avevo l’appoggio psicologico e il supporto clinico dei miei maestri che mi incoraggiavano sapendo che avrei potuto affermarmi come parodontologo puro.
“You have the right knowledge and personality. You will make it.”

Una volta affittato uno studio in una delle zone più prestigiose di Firenze, comincio la professione in Italia.

Contemporaneamente stabilisco delle collaborazioni esterne a Livorno, Venezia e Milano in studi molto impegnati e con un notevole numero di pazienti, ma non riesco a fare tutti gli interventi che potrei fare perché i pazienti non raggiungono un livello di igiene orale compatibile con un trattamento chirurgico.

Un giorno mi fermo a parlare con un’assistente di studio a Livorno “Senti mi dici come mai i pazienti trascurano così tanto l’igiene da non consentirci di poter fare un trattamento completo? Non sei tu che insegni loro l’igiene?” Lei mi guarda negli occhi e mi dice in livornese “Deh dottore l’è il titolare che vuole raccattare nella giornata morti e feriti e dopo 5 minuti passati a spiegare l’igiene viene da me e mi dice: “Tira via, un siamo mica qui a spazzolare i denti alle persone!”

Dopo qualche tempo mi ritirai da quella collaborazione nonostante si trattasse di gente simpatica e gentile.

Nel giro di 2 anni dalla sua apertura il mio studio di Firenze ha cominciato a girare alla grande, ho fondato uno study club e la Parodontologia ha cominciato a diffondersi.
Lavoravo con entusiasmo e passione con l’insorgenza di qualche problema familiare per assenza da casa e orari un po’ duri da accettare.
Ho cominciato a vedere persone che venivano da tutta Italia, attori, cantanti, ambasciatori fra i quali quello degli Stati Uniti che arrivava con tre auto di scorta e body guards che ispezionavano la sala d’attesa prima di farlo entrare (era il ’75!)

Corsi, congressi, libri, articoli hanno cominciato ad impegnarmi molto perché essenzialmente mi faceva piacere insegnare e diffondere la Parodontologia.
Ho la soddisfazione di avere molti colleghi che hanno raggiunto posizioni di grande rilievo e con i quali ho festeggiato recentemente i miei 50 anni dedicati alla terapia parodontale.

Il bello è che voglio continuare ad appassionarmi all’evoluzione della Parodontologia e dell’Implantologia insieme ai miei figli che collaborano con me e continuano con me a condividere grandi soddisfazioni approfondendo le nuove metodiche terapeutiche e utilizzando le attrezzature più moderne.

Ritirarsi? La Pensione? 

Non conosco questa parola.

Un team qualificato
e appassionato

La continuità dell'Impostazione Terapeutica

IN CAMPO MEDICO, PARODONTALE,
ORTODONTICO, PROTESICO ED ESTETICO

Un'esperienza maturata dal ’72

Le scelte terapeutiche effettuate presso lo Studio Ricci si basano sull’esperienza maturata dal 1969 partendo dagli insegnamenti ricevuti presso l’Università di Firenze e di Siena e dal 1972 alla Boston University. A questa si aggiungono le conoscenze scientifiche più aggiornate, le reciproche consultazioni giornaliere fra i diversi componenti del team, sull’utilizzo di attrezzature e protocolli di ultimissima generazione. Il primo scopo della terapia eseguita presso il nostro Studio è quella di salvare la dentatura naturale del paziente anche nei casi più complessi così da ritrovare l’integrità dell’estetica e della funzione, ritardando i processi di invecchiamento e minimizzare il ricorso a trattamenti implantari. Quando questo non è possibile occorre utilizzare gli impianti con competenza ed esperienza. Questi infatti richiedono valutazioni parodontali e biologiche ben precise sul comportamento della gengiva e dell’osso.

GIANO RICCI

Un team qualificato
e appassionato

Quello che cerco ogni giorno

Vivere serenamente in Famiglia e ricevere il gratificante riconoscimento quotidiano dei pazienti soddisfatti per le terapie eseguite.

Questa è la mia motivazione quotidiana!